sabato 22 gennaio 2011

Dèi



Possiamo chiamare divinità (sive mas, sive foemina) la parte numinosa di un essere, un'entità naturale, un concetto o un evento, che essendo appunto dotata di numen, cioè di potenza, produce effetti sul mondo circostante ed è in grado di porsi in armonia o in disarmonia con altri numina




mercoledì 19 gennaio 2011

La potenza più grande del cristianesimo

Ho appena finito di leggere il romanzo di Adriano Petta, Assiotea, che mi ha fatto pensare ad una cosa. Non commento qui tanto il romanzo quanto l'idea che ci sta dietro; se non avete letto il romanzo e non volete rivelazioni, non continuate a leggere.


Il romanzo si basa, semplificandolo, su due idee fondamentali. La prima, quanto sono perseguitate e maltrattate le donne e quanto si stava bene e in pace finché governavano loro nei tempi preistorici, poi sono arrivati gli uomini cattivi e invidiosi e hanno creato un mondo di crudeltà e guerra. La seconda, le religioni sono superstizione e sono tutte uguali. Il problema è che il romanzo si chiama romanzo storico e sostiene di avere una ricerca storica alle spalle, ricerca che probabilmente manca di alcuni testi più recenti quali quelli risultanti da alcuni studi fatti in Germania (ricordo un articolo di Repubblica a proposito) o altri negli USA, che demolirebbero il mito di una preistoria pacifica sotto il matriarcato. La questione abbastanza fastidiosa dal punto di vista di un blog che si chiama Appunti Pagani è il modo in cui questo romanzo, e non solo questo autore, ma tutta una serie di persone che chiamerò qui atei-ex-cristiani, fa di tutta l'erba un fascio: uomini? Violenti! (a parte un paio di figure nel romanzo, va dato atto) donne? Buone e ragionevoli! Religioni? Tutte basate sulla superstizione e sul dominio dell'uomo! Ateismo? Ragione!