sabato 26 novembre 2011

Credenti?

Può un pagano definirsi credente?
O non sarebbe meglio che si definisse "senziente"?
Un pagano crede negli Dèi o ne sente la presenza nel mondo? Si ritrova pagano da un'età inconsapevole, perché si crede che sia giusto così, o acconsente consapevolmente al rapporto con le divinità nel mondo?

mercoledì 9 novembre 2011

Perché non possiamo non dirci politeisti

Soltanto agli Dèi è permesso di essere "monolitici". Solo gli Dèi possono essere il tutto e l'assoluto di una certa cosa o processo psicofisico-relazionale (vedi il post precedente sulla definizione di che cosa è un dio).
All'essere umano non è concesso, pena quello che nella letteratura antica è descritto come ira del tale dio o della tale dea. Pensiamo alla vicenda di Ippolito: tutto dedito alla dea Artemide in quanto cacciatore, non solo trascura, ma disprezza Afrodite e ne cade vittima. Per dirla con Jung, un dio trascurato si ripropone come sintomo: la letteratura rende esplicito un processo interiore.