domenica 2 dicembre 2012

Far crescere il paganesimo con internet

A dispetto di chi, in pochi ma presenti, si sforza di dare un proprio contributo alla crescita del paganesimo con contributi originali o per lo meno onesti, c'è qualcuno nell'ambito pagano italiano internettiano che ritiene di portare un contributo soltanto postando link o copia-incollando contenuti di altre pagine, del tutto acriticamente. Certamente si può dare diffusione ad un link che si ritiene valido, ci mancherebbe; ma non si può considerare esaurito qui il contributo alla crescita del paganesimo.
La nostra viene definita società dell'informazione: un pagano, probabilmente più di chiunque altro, ha il dovere direi quasi religioso di sapersi muovere o insegnare ad altri pagani a farlo (muoversi in autonomia e lavorare con i propri mezzi dovrebbe essere un insegnamento valido in tutti i campi, ma nel paganesimo ritengo che venga prima addirittura della documentazione sul paganesimo vero e proprio) nel mondo della ricerca e della documentazione e di utilizzare il proprio spirito critico nei confronti di ciò che ci viene propinato. Purtroppo è tendenza generale oggi, in diversi campi, comportarsi secondo la logica del tutto e subito: così le ricerche si copiano da wikipedia, non si va in biblioteca perché si perde tempo, non si cerca di capire il contesto di un testo qualsiasi. Se non si può ottenere con poca fatica, non vale la pena. Pensate che il concetto di religio accetti un paganesimo da fast food?
Per questo, anche se somigliano alle dodici tavole, ecco una serie di punti, discutibili se volete, ma per me assolutamente fermi per
La diffusione di informazioni su internet nell'ottica della crescita dei Pagani e del Paganesimo
  1. Distinguere sempre la ritrasmissione integrale di informazioni e la rielaborazione di informazioni proprie: piuttosto che fare copia-incolla di una pagina senza ulteriori commenti, diffondere il link alla pagina stessa

lunedì 22 ottobre 2012

Offriamo da bere agli Dèi

A qualsiasi pagano sarà capitato un evento felice al punto da dire "Offro da bere agli Dèi per questo!". E' abbastanza normale che un pagano, prima o poi, faccia un'offerta agli dèi. Ma su questo punto possiamo distinguere un pagano superstitiosus da un pagano religiosus.
Premetto che 
1) non sto parlando delle religioni antiche, ciascuna delle quali aveva una propria mentalità, né dei pagani antichi, per i quali è piuttosto difficile capire cosa pensassero veramente, visto che ragionavano con categorie diverse dalle nostre e le testimonianze della loro filosofia e religione ci sono arrivate attraverso 2000 anni di storia monoteista; oltretutto erano per lo più collettivistiche, come le società antiche in cui la religione era uno dei tanti aspetti, imprescindibile dagli altri, mentre oggi la dimensione religiosa è prettamente individuale. Parliamo di una pratica generalistica, spontanea e non legata ad un'occasione festiva, di un pagano moderno, qui in occidente.
2) non mi dilungo sulle definizioni di superstitiosus e religiosus perché penso di averlo fatto diverse volte più o meno ovunque; ne possiamo riparlare, ma in un altro post
E dopo la premessa torniamo al nostro "Offro da bere agli Dèi per questo!"

domenica 5 agosto 2012

Un capitolo in più...

Sempre lavorando per il libro sulla distruzione dei templi (che a questo punto non so quando vedrà la luce, e quando la vedrà festeggerò parecchio), mi rendo conto che il libro di Bayliss - vedete a proposito il post precedente - cambia parecchio il lavoro da fare e l'impostazione del lavoro stesso. Ai quattro capitoli già preventivati, dovrò probabilmente aggiungerne un quinto, che nel nuovo indice, ancora ipotetico alla fine è il terzo. Quindi lo schema attuale del lavoro è questo:
  • Introduzione
  • Storie di distruttori e di distruzioni
  • La legislazione imperiale contro i templi e l'orazione di Libanio
  • Meccanica delle conversioni dei templi
  • Storie di santi, racconti di distruzioni
  • Verso il medioevo

sabato 26 maggio 2012

Distruzione dei templi pagani: altri testi fondamentali (nessuno in italiano)

E' quasi un mese che non posto, ma non ho smesso di lavorare sul libro. Semplicemente, ho trovato quasi per caso un libro che è lo stesso lavoro sulla distruzione dei templi che ho cominciato io, ma fatto ad un livello molto più scientifico: una tesi di dottorato del 2001 della Newcastle University, intitolato "Provincial Cilicia and the archaeology of temple conversion" di Richard Bayliss.
L'ho trovato per caso nella biblioteca dove lavoro e l'ho preso in prestito, pensando che fosse uno studio specifico sulla provincia della Cilicia nella tarda antichità. E invece no. Tutta la parte introduttiva riguarda, in generale, la distruzione e la conversione dei templi. Molti dei suoi riferimenti bibliografici sono gli stessi che ho raccolto finora, ma ce nesono altri e diversi, soprattutto per quanto riguarda la storia delle singole regioni. Finora è l'unico studio complessivo sulla questione che io abbia trovato e anche abbastanza recente.


martedì 1 maggio 2012

Distruzione dei templi pagani: ancora Atene

Foto di Barcex da Wikimedia Commons;
quando ho visitato io la Grecia, i restauri
erano ancora in corso. Questa è la facciata
già ripulita
Ancora al lavoro sulla distruzione dei templi e ancora al lavoro su Atene: per motivi vari ho dovuto rallentare un po' il lavoro, ma anche Atene ormai è fatta.
La questione della distruzione/conversione dei templi di Atene (e solo di striscio ho toccato quelli del resto della Grecia) presenta diversi problemi. Uno è il problema delle fonti: la Grecia non è una zona dell'impero così popolare per i cronisti della tarda antichità come lo sono altre zone (Gaza, Alessandria...). Un altro è quello degli scavi:

domenica 15 aprile 2012

Distruzione dei templi pagani: testi importanti

Lo so, sono una privilegiata. Lavorando in una biblioteca di università che dà l'accesso al prestito e alle risorse anche al personale, finito il lavoro posso passare dall'altra parte del bancone e diventare utente, avendo a disposizione un mondo di libri che nelle biblioteche comunemente accessibili non ci sono. Così ci si rende conto di quanto ristretto sia il panorama editoriale italiano. Ad esempio, ho trovato un bel libro in due volumi utilissimo per il lavoro sulla distruzione e conversione dei templi: "Hellenic religion and christianization : c. 370-529". Per chi non mastica l'inglese "La religione ellenica e la cristianizzazione: dal 370 al 529". Una specie di enciclopedia tematica! Qui di seguito vi traduco il sommario:

giovedì 12 aprile 2012

Distruzione dei templi pagani: Atene

Aggiornamenti sul lavoro sulla distruzione e conversione dei templi pagani: adesso sono al lavoro sul paragrafo relativo ad Atene; spero per fine maggio, ma è probabilmente utopia pura, di completare la prima stesura del primo capitolo. In realtà non sono molto avanti con l'analisi delle fonti e come in tutti i lavori che vogliono seguire un certo metodo, le fonti si ampliano con la prosecuzione del lavoro. Se continua così, forse abolirò il quarto capitolo, quello sulla parte medievale, perché il confine tarda antichità/medioevo non sembra più così netto da giustificare una divisione in capitoli. Ma vedrò meglio più avanti.
Il primo capitolo è probabilmente quello più complesso perché è il più ampio: al momento ha una parte generale, che possiamo dire completata almeno in prima stesura, e dei paragrafi dedicati ai casi specifici, ad esempio:

sabato 31 marzo 2012

Distruzione dei templi: struttura

Per il momento, il lavoro sulla distruzione dei templi è strutturato in quattro parti:
  1. La prima parte riguarda la distruzione dei templi vera e propria: le due fasi dell'atteggiamento cristiano verso i templi pagani, i racconti delle distruzioni, alcuni dati dall'archeologia...
  2. La seconda parte tratta della legislazione imperiale in merito ai templi (codice teodosiano) e dell'orazione di Libanio

giovedì 29 marzo 2012

Distruzione dei templi: il diario

E' davvero una vita che non scrivo su questo blog... in realtà avrei delle questioni da sviluppare, ma come al solito quando parto con una cosa, un commento, una questione spesso finisco per passarci giorni. Ma è un peccato che Appunti Pagani sia abbandonato e quindi da oggi fino alla fine del lavoro pnso che utilizzerò il blog per quello che dovrebbe essere, un diario: nella fattispecie il diario di un lavoro piuttosto grosso sulla storia della distruzione dei templi.

sabato 7 gennaio 2012

Testi sul paganesimo

Qualcuno direbbe che oggi abbondano i testi sul paganesimo di tutti i tipi: romano, greco, celtico, "neo"... ma a ben guardare si tratta per lo più di testi ricostruttivi e non costruttivi; persino i testi che di fatto sarebbero costruttivi si mascherano da ricostruttivi (Il vischio e la quercia, per dirne uno, di Riccardo Taraglio, paccottiglia teosofica mascherata da paganesimo celtico)
In pratica, tutti o quasi i testi in circolazione che trattano di paganesimo (esclusi i repertori di incantesimi da ragazzini che non costruiscono né ricostruiscono un bel nulla) vanno a ricostruire la religione antica o presunta tale, preferendo piuttosto imbrogliare sulle fonti o nascondere la propria opinione come se fosse una veritiera interpretazione del sentimento religioso antico, anziché costruire un paganesimo attuale. Cos'è, ci si vergogna di andare oltre i dogmi delle religioni antiche se le si interpreta a proprio sentimento dichiarando palesemente (e correttamente) di farlo? Ci si vergogna di dire che si vive il paganesimo nella società attuale, per cui elementi delle religioni antiche, legati più alla cultura che alla percezione del divino, non sono più praticabili? Ci si vergogna di ammettere che esiste un paganesimo moderno, non necessariamente da definire "neopaganesimo", da vivere e non da interpretare come in un gioco di ruolo?